Il tema di questo articolo è il manager dello studio odontoiatrico e necessita di alcune premesse, utili ad inquadrare in modo più completo gli aspetti che andrò ad esporre. Per questa ragione risulta un po’ più lungo degli altri, ma ti chiedo la pazienza di leggerlo fino in fondo.
Voglio iniziare con la distinzione tra COSTI FISSI e COSTI VARIABILI dello studio. Per i pochissimi a cui ne sfugge il significato ricordo che i COSTI FISSI sono quei costi che lo studio deve sostenere indipendentemente dall’attività svolta. Ne sono un esempio l’affitto, i premi assicurativi, lo stipendio del personale dipendente, ed altri ancora.
I COSTI VARIABILI, invece, sono quelli proporzionali all’attività svolta e riguardano, in ambito odontoiatrico, le funzioni produttive. Ne sono un esempio il materiale di consumo, i compensi dei collaboratori professionisti e tutto ciò che entra in gioco nell’attività clinica.
Detto ciò, voglio introdurre uno dei capisaldi del management virtuoso. Mi riferisco alla VARIABILIZZAZIONE DEI COSTI. È questa una delle leve fondamentali di una buona gestione aziendale, per garantire il miglior risultato d’esercizio. Incrementando la variabilizzazione dei costi, la marginalità economica è maggiormente garantita perché i costi “variabilizzati” crescono e diminuiscono sulla base del reddito prodotto, a salvaguardia dell’utile d’esercizio.
Nella maggior parte dei casi la VARIABILIZZAZIONE DEI COSTI si persegue con la TERZIARIZZAZIONE, più nota con il termine di OUTSOURCING (contrazione di OUTSIDE RESOURCING). Si tratta del processo con cui un’impresa affida a un fornitore esterno la gestione operativa di una funzione precedentemente svolta all’interno, eliminando così un costo fisso.
Oltre al grande vantaggio offerto dall’OUTSOURCING in termini di un adeguato e proporzionale dimensionamento delle risorse impiegate per la gestione operativa esternalizzata, va considerata la valenza strategica di poter modificare o interrompere in qualsiasi momento l’acquisto in esterno della funzione, vuoi perché viene a cessarne la necessità o vuoi perché, a conti fatti, può risultare nuovamente opportuno portare “in casa” l’attività sottesa.
Va da sé che l’ambito in cui si evidenzia l’opportunità e la valenza di variabilizzare i costi è quello dei COSTI FISSI D’ESERCIZIO, cioè quei costi che riguardano le funzioni e le risorse necessarie alle attività aziendali. Alcuni di questi non si possono rendere variabili, basti pensare, ad esempio, ai leasing o il già citato affitto dei locali dello studio.
Vi sono, però, altri costi fissi che, superando vecchie logiche di gestione aziendale, oggi si possono variabilizzare. E nella stessa logica, OGGI SI POSSONO IMPIEGARE IN OUTSOURCING DELLE FUNZIONI E DELLE RISORSE CHE NON ERANO FINORA STATE PRESE IN CONSIDERAZIONE PERCHÉ NON SOSTENIBILI IN FORMA FISSA.
Dando un senso al titolo, entro ora nel tema specifico di questo articolo.
È assodato che lo studio odontoiatrico è, a tutti gli effetti, un’azienda profit e, come tale, il suo funzionamento prevede il coordinamento dei fattori produttivi, tecnologici e informativi necessari per erogare servizi adeguati ai bisogni degli utenti e generare profitto.
È quindi necessaria un’adeguata gestione finalizzata all’efficientamento, alla qualità e alla redditività aziendale. Gestione che richiede tempo e competenze che sovente l’Odontoiatra non ha, in quanto principalmente focalizzato ed impegnato sugli aspetti clinici che, nel quadro dell’attività d’impresa, rappresentano la “produzione” la cui qualità è il primo presupposto per il successo dello studio.
Le oggettive difficoltà del mercato odontoiatrico attuale richiedono la massima attenzione alla gestione aziendale e la capacità di operare delle scelte che indirizzino il risultato economico in un territorio virtuoso. Tutto ciò, indipendentemente dalla dimensione dello studio.
In poche parole, oggi è quanto mai indispensabile la figura di un MANAGER.
In uno studio odontoiatrico la figura del Manager può sostanzialmente essere duplice: il Manager DIPENDENTE o il Manager SOCIO. Il primo ha la prerogativa di costare molto e, ad eccezione delle strutture di grande dimensione, non è economicamente sostenibile. Il SOCIO, oltre a costare più o meno quanto il dipendente, spesso dopo un iniziale lasso di tempo nel quale viene perfezionata l’organizzazione aziendale, risulta troppo “ingombrante” e sovente generatore di dissidi interni in quanto “non produttivo” e percepito come una zavorra.
Decenni di esperienza, sia come manager che come proprietario di strutture odontoiatriche, mi hanno fatto perfezionare quella che definisco la TERZA VIA: l’innovativa Formula ManageMed che prevede il
Management in Outsourcing.
In sostanza si tratta dell’impiego di un Manager in base alle specifiche esigenze dello studio, nei tempi e nelle modalità strettamente necessari all’efficientamento aziendale e con costi commisurati all’utilizzo.
La Formula ManageMed è particolarmente indicata per progetti fine a se stessi, quali la soluzione di un problema contingente o la concretizzazione di un obiettivo.
La formula del Management in Outsourcing ben si configura per rafforzare specifiche aree di gestione quali, ad esempio, la digital transformation, il marketing e la comunicazione, la gestione del rischio clinico, l’efficientamento organizzativo, il miglioramento della redditività, ed altro ancora.
Ogni problema ha la sua soluzione, ed ogni obiettivo ha un suo percorso realizzativo. Tutto è più facile laddove vi sia un aiuto esterno la cui sostenibilità non è mai un problema se si imbocca la TERZA VIA.
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