Parafrasando il bellissimo libro di Gabriel García Márquez intitolato “L’amore ai tempi del colera”, ho intitolato questo articolo “Il Dentista ai tempi del Corona Virus”.
È innegabile che il primo quadrimestre del 2020 (anno bisestile, per chi crede che porti negatività!) ci ha presentato una situazione totalmente inaspettata e che, volenti o nolenti, ha radicalmente cambiato le nostre abitudini e, soprattutto, ha cambiato la prospettiva della nostra vita futura.
Una delle mie “Storie quasi vere” contenuta nel capitolo CASE HISTORY del mio sito internet ha come titolo “Ma chi ha detto che ho un problema?” https://albertorubbo.com/ma-chi-ha-detto-che-ho-un-problema/. In quella storia mettevo in evidenza come, a volte, i problemi non siano percepiti o siano visti in una dimensione trascurabile.
IL NUOVO SCENARIO
Il 30 gennaio 2020 vengono ricoverati due turisti cinesi in vacanza in Italia ed il 22 febbraio si registra il primo caso accertato di un italiano contagiato dal Corona Virus. Non è necessario che riassuma gli sviluppi successivi, anche perché la storia, purtroppo, non è ancora finita.
Quel che è certo è che ora il Mondo ha un nuovo grande problema, indipendentemente dalle scuole di pensiero tra chi ne considera reale la portata clinica e chi vede una strategia complottistica.
Sta di fatto, però, che il dottor Specillo della sopra citata storia, questa volta un problema ce l’ha davvero. E di portata straordinaria.
COSA ACCADE ORA?
Ecco allora un proliferare di articoli, video, pensieri e opinioni di vari esperti, tutti a dire quali misure si dovranno adottare per una rinnovata gestione dello studio odontoiatrico, sia per fronteggiare la situazione contingente che per affrontare il nuovo scenario sociale ed economico dettato dal corona virus.
Le opinioni sono molte, gli spunti sono generalmente interessanti anche se, a volte, sono semplicemente una rilettura di quanto è già stato detto in tempi di “normalità”.
Personalmente ho cercato di razionalizzare le migliori idee e le migliori proposte che, a mio avviso, sono state dette e scritte nelle ultime settimane. Il compendio di tutto ciò è riassumibile in ciò che dovrebbe essere un efficiente approccio metodologico della gestione dello studio odontoiatrico per un concreto rilancio dell’attività.
Innanzitutto partiamo dalla domanda che tutti si fanno: quanto durerà il periodo con le limitazioni? Ovviamente nessuno ha la risposta e per questo nessuno è in grado di dare una dimensione economica della perdita che il settore tutto ed ogni singola realtà dovranno sopportare. E senza una misura concreta è arduo pensare alle strategie per il recupero.
Occorre comunque cercare di dare una dimensione delle perdite subìte e, conseguentemente, verificare la sostenibilità della ripartenza che, purtroppo, per qualcuno risulterà impossibile, a meno di improbabili misure governative di sostegno.
C’è poi da chiedersi se la richiesta di servizi odontoiatrici sarà la stessa di prima. Certamente non cambieranno le necessità primarie delle persone ma, in generale, è verosimile supporre che la gente non avrà le stesse possibilità economiche e di mobilità antecedenti la diffusione del virus. Questo è un fattore determinante per la pianificazione della ripresa.
QUALCHE NUMERO
Una interessante ricerca promossa da Key-Stone (in collaborazione con IDI Evolution) ha voluto rilevare come i dentisti pensano di affrontare la situazione creata dalla pandemia. Le due domande fondamentali oggetto del sondaggio sono state le seguenti:
- Secondo te, in che misura questa pandemia influenzerà gli atteggiamenti e i comportamenti dei tuoi pazienti?
- Considerando la crisi economica e finanziaria a cui tutti gli studi dentistici andranno incontro, e la necessità di ripensare al modello di business organizzativo ed economico, qual è la situazione che prevedi?
Alla prima domanda, la grande maggioranza degli intervistati (81%) ha risposto che “molti pazienti avranno più paura del contagio e di contrarre l’infezione in studio e potrebbero quindi essere meno sensibili al prezzo ma più attenti alla sicurezza”. Questo è un pensiero certamente incoraggiante per la ripresa.
Al secondo quesito, solo un terzo degli intervistati ritiene che dall’attuale situazione possano esserci dei vantaggi per “riduzione della concorrenza di basso prezzo” (18%) e per la “riduzione del numero di studi dentistici per chi non vorrà o potrà proseguire” (15%). Per contro, quasi la metà degli intervistati ha una visione negativa. Il 28% ritiene che ci sarà una “importante riduzione della domanda che porterà ad un ridimensionamento delle strutture”; il 14% pensa che “sarebbe più opportuno chiudere lo studio e dedicarsi alla consulenza”.
Il restante 25% ritiene che “non cambierà molto e che, passato il periodo di emergenza, si tenderà alla normalità”.
LE MISURE DI SOSTEGNO
Sul fronte delle annunciate agevolazioni fiscali, non sappiamo in che misura e per quanto tempo se ne potrà fare riferimento, così come per la sospensione temporanea del pagamento delle rate di mutuo o di leasing. La prospettiva non è certo rosea, considerando anche la storica esclusione dei dentisti dalla maggior parte delle misure di sostegno alle aziende.
Oltre alle potenziali agevolazioni fiscali, una efficace ripresa post pandemia non può prescindere da una adeguata iniezione di liquidità. Oltre all’utilizzo di eventuali risorse proprie, è importante fare riferimento alle misure di accesso al credito agevolato. L’Unione Europea ha dato il via libera per il completamento dell’iter applicativo del Decreto Liquidità che sblocca 200 miliardi di prestiti garantiti dallo stato. È già disponibile il modulo di richiesta per importi fino a 25.000 Euro al Fondo di garanzia a favore delle PMI e delle Partite IVA. Molte informazioni di dettaglio si trovano digitando “agevolazioni accesso al credito” sui motori di ricerca ed il Consulente Fiscale potrà essere il riferimento per l’operatività.
COSA FARE?
Il quadro complessivo è ancora incerto. Non abbiamo indicazioni sui tempi e sui costi della pandemia, sullo scenario sociale che si profila e su possibili nuove misure che il Governo vorrà o potrà adottare. Come non mai, in questa situazione è assolutamente necessario elaborare un piano economico su un orizzonte che, a mio avviso, deve essere almeno triennale.
Per quanto detto sopra, il piano deve avere diverse formulazioni in un intervallo di “ottimismo e pessimismo” che metta in luce le diverse situazioni per non trovarci impreparati sugli accadimenti futuri e che possa essere oggetto di costante riferimento e verifica. La possibilità di confrontare i dati reali con quelli presunti è fondamentale per poter adottare tempestivamente le misure necessarie per perseguire e concretizzare gli obiettivi di budget.
Certamente non serve un master in Economia Aziendale per identificare le due leve fondamentali per uscire dalla crisi. Per una efficace ripresa occorre MASSIMIZZARE L’ATTIVITÀ OPERATIVA e RAZIONALIZZARE I COSTI.
MASSIMIZZARE L’ATTIVITÀ OPERATIVA significa utilizzare per il maggior tempo possibile le risorse aziendali, sia in termini di struttura e attrezzature che di personale. In buona sostanza: riempire l’agenda con la tecnica del “tetris” ottimizzando la presenza dei dipendenti e dei collaboratori. Questo obiettivo è soggetto a due importanti condizioni.
La prima, di natura esogena, riguarda l’aspetto psicologico ed emozionale dei pazienti. Siamo ancora sotto l’effetto di un tam-tam mediatico che, per buona parte della popolazione, ha generato incertezze e paura. C’è quindi da chiedersi quale potrà essere il pensiero dei pazienti nell’affrontare i “rischi di contagio” propri delle cure odontoiatriche. Questo è un aspetto per il quale il dentista deve attivare iniziative di comunicazione rassicuranti, ovviamente suffragate da misure concrete che alimentino il passaparola positivo.
La seconda fondamentale condizione per una efficace massimizzazione dell’attività è di natura endogena e riguarda l’Organizzazione aziendale e la razionalizzazione dei processi. L’organizzazione presuppone uno sforzo innanzitutto mentale di analisi delle condizioni operative, cliniche ed extra cliniche, che devono essere correlate in un insieme sinergico che, oltre a generare le auspicate economie di gestione, faciliti il percorso terapeutico dei pazienti.
Anche sul fronte della RAZIONALIZZAZIONE DEI COSTI è fondamentale l’aspetto organizzativo, considerando anche le nuove incombenze determinate dalle necessarie misure di sicurezza a tutela della salute dei pazienti e degli operatori.
La razionalizzazione dei costi deve essere interpretata con l’accezione dello “spendere meno” cercando di identificare gli acquisti che possono essere eliminati o procrastinati ma deve essere interpretata, soprattutto, con l’accezione dello “spendere bene”. Una eccessiva economia potrebbe privare la struttura degli strumenti necessari per il miglior flusso operativo ed incidere negativamente sulla qualità percepita dagli utenti.
Ottimizzazione e risparmio, però, non sono le sole leve necessarie per una gestione efficiente ed efficace. Va ricordato che lo Studio Odontoiatrico è un’azienda e, come tutte indistintamente, il suo funzionamento è regolato dalla concertazione di FUNZIONI e RISORSE. Tale concertazione presuppone una minima conoscenza della gestione aziendale e l’utilizzo della indispensabile specifica “cassetta degli attrezzi” che altro non è che l’insieme degli strumenti da utilizzare per gli indirizzi strategici e per l’esercizio quotidiano in termini di sviluppo della componente manageriale e del miglioramento della produttività personale e collettiva.
La ripartenza post pandemia non sarà un compito facile, ma sarà anche una grande opportunità per guadagnare e sostenere un concreto vantaggio competitivo, in uno scenario rivoluzionato da una inevitabile selezione naturale ed una nuova consapevolezza collettiva che, però, non concede più errori.
NON SI PUÒ PIÙ SBAGLIARE!
Questo è il nuovo assioma di riferimento! E per perseguirlo sono necessari una costante misurazione degli indicatori ed un puntuale monitoraggio dei risultati.
Questo è ciò che si definisce “gestione aziendale”, che non deve essere vista come un’attività secondaria alla quale dedicare margini di tempo ed attenzione. La partita è delicata ed è opportuno che, laddove le competenze e la disponibilità dell’odontoiatra non siano sufficienti, ci si rivolga a consulenti competenti.
Approfondimenti sul management in odontoiatria, sulla possibilità del Temporary Management o del Management in Outsourcing, si possono trovare nei seguenti miei precedenti articoli:
- LE COMPETENZE MANAGERIALI DI BASE PER LA GESTIONE DELLO STUDIO ODONTOIATRICO https://albertorubbo.com/2019/04/03/le-competenze-manageriali-di-base-per-la-gestione-dello-studio-odontoiatrico/
- FARE IMPRESA IN ODONTOIATRIA: UN COMPITO PER PROFESSIONISTI! https://albertorubbo.com/2019/05/15/fare-impresa-in-odontoiatria-un-compito-per-professionisti/
- IL MANAGER DELLO STUDIO ODONTOIATRICO: SOCIO O DIPENDENTE? https://albertorubbo.com/2018/12/10/il-manager-dello-studio-odontoiatrico-socio-o-dipendente/
CAMBIARE PASSO
Ogni studio odontoiatrico sarà chiamato a riorganizzare profondamente la propria attività e a rispondere a nuovi standard: clinici, economici, informatici e di comunicazione.
Quella che un tempo poteva essere un’opzione da valutare è oggi un imperativo ineludibile per riuscire non solo a recuperare il tempo perso, ma anche per essere pronti a una quotidianità che sarà diversa.
Con questa consapevolezza gli studi odontoiatrici mi stanno consultando in questo momento per affrontare un percorso di evoluzione che vada oltre alla sola formazione. Organizzazione dello studio, strategie di marketing e comunicazione, informatizzazione e un pieno recupero di efficienza.
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